lunedì 16 gennaio 2012

SANREMO 2012

Pronto al via anche quest'anno il nuovo Festival di Sanremo. 
Sarà l'edizione numero 62 e al timone, come l'anno scorso, ritroviamo Gianni Morandi. 
Già redatta la lista dei partecipanti:

Ecco l’elenco completo:
Nina Zilli - Per sempre / Never never never (Grande grande grande) con Skye dei Morcheeba
Samuele BersaniUn pallone / My sweet Romagna (Romagna mia) con Goran Bregovic
e Lucio DallaNanì /Anema e core con Mats Langer
DolceneraCi vediamo a casa / My life is mine (Vita spericolata) con Professor Green
Irene FornaciariIl mio grande mistero / I who have nothing (Uno dei tanti) con Brian May
Non è l’inferno / If Paradise is half as nice (Il paradiso) con Gary Go
Matia BazarSei tuSpeak softly love (Il padrino) con Al Jarreau
NoemiSono solo parole / To feel in love (Amarsi un pò) con Sarah Jane Morris
La tua bellezza / El mundo (Il mondo) con Sergio Dalma
ArisaLa notte / Que serà (Che sarà) con Josè Feliciano
Chiara CivelloAl posto del mondo / You don’t have to say you love me (Io che non vivo senza te) con Shaggy
Gigi D’Alessio e Loredana BertèRespirare /Auf Der Welt (Piccolo Uomo) con Nina Hagen
Eugenio FinardiE tu lo chiami Dio / Surrender (Torna a Surriento) con Noa
Marlene KuntzCanzone per un figlioThe world became the world (Torna a Surriento) con Patti Smith

SEZIONE GIOVANI
  • BIDIEL – Sono un errore (senza etichetta) - Catanesi, sono la band di Brando Madonia, figlio del cantautore Luca, in gara l’anno scorso fri i big. Da Area Sanremo
  • IO HO SEMPRE VOGLIA – Incredibile (senza etichetta) – Di Monopoli (BA). Da Area Sanremo.
  • ERICA MOU – Nella vasca da bagno del tempo (Sugar) – Unica portacolori della Sugar. Reduce da un buon album, lanciata due anni fa da Musicultura. E’ una delle favorite per la vittoria finale.
  • ALESSANDRO CASILLO – E’ vero (Sony)- Appena 15 anni (ne farà 16  a giugno), secondo classificato quest’anno al talent show per ragazzi di Canale 5 “Io Canto”. E’ l’altro grande favorito.
  • CELESTE GAIA – Carlo (senza etichetta) - Cantautrice pavese all’esordio, il suo tormentone ha conquistato il gruppo d’ascolto.
  • MARCO GUAZZONE – Guasto (etichetta indipendente) – Romano, 22 anni, pianista e compositore dal sound internazionale. Ha già suonato all’estero, in particolare a Londra ed in Grecia
  • GIULIA ANANIA – La mail che non ti ho scritto (senza etichetta) - Romana, cantautrice e poetessa, già vincitrice nel 2008 del Premio Augusto Daolio, come anche Erica Mou (nello stesso anno
  • DANA ANGI – Incognita poesia (senza etichetta) – Giordana “Dana” Angi, appena 18 anni (compiuti il 12 gennaio), nata in Francia ma residente ad Aprilia.

mercoledì 7 dicembre 2011

GIRLESS & THE ORPHANS - Same name for different girls



Il pop folk dei Girless & The Orphans colpisce subito per la sua freschezza. Loro sono un duo indefinito, che chiameremo Girless, voce, chitarra e basso, e The Orphans, chitarra, coadiuvati da Andrea Muccioli alla batteria e Ivan Tonelli al basso e varie.
La radici musicali a cui guardano si chiamano Rural Alberta Advantage ma anche in un certo senso ai Pogues e a tutto quel folk nordico ballabile ed in bilico tra la festa paesana e la protesta politica.

I 5 pezzi che costituiscono “Same name for different girls” creano a pieno titolo un album e non solamente un EP. Il loro primo lavoro (etichetta Stop!Records ) quindi prende una direzione molto più matura se vista sotto questa ottica.
Ma la maturità la si intende subito negli arrangiamenti perfetti, nei testi incisivi e nel cantato impeccabile. La scelta di strumentazioni particolari, inoltre, dà quel valore aggiunto che arricchisce in maniera sostanziosa il lavoro.
L'utilizzo della lingua inglese è obbligato per un genere troppo distante dalla musica italiana. Evitano, in questo modo, imbarazzanti forzature che già qualcuno cercò in sonorità simili (penso ai Modena City Ramblers).
“Same name for different girls” è un lavoro molto interessante. Le fondamenta per creare una lunga avventura ci sono tutte, basta mantenerle, cercando di non rimanere fermi alle stesse sonorità.


Same name for different girls” - GIRLESS & THE ORPHANS
1 – Wings behind our backs
2 – As you fall
3 – SNL
4 – November
5 – Another place

ALBUM CONSIGLIATO : SI
Pro: la freschezza di un genere poco conosciuto in Italia.
Contro: la difficoltà di far passare immediatamente il significato dei testi.

Link:
http://www.girlessandtheorphan.tumblr.com
www.myspace.com/girlessrock
www.purevolume.com/girless
www.twitter.com/GirlessOrphan
www.lastfm.it/music/girless
www.youtube.com/user/GirlessOrphanChannel
Free download:
http://www.stoprecords.it/

giovedì 1 dicembre 2011

TOTO' ZINGARO - Il fazzoletto di Robert Johnson


Il fazzoletto di Robert Johnson” è un album fenomenale. Il blues che esce dalle casse trasuda delta del Mississippi, New Orleans e Chicago non disdegnando però anche influenze country stile “Signora del west”.
Totò Zingaro, il progetto musicale parallelo di Cristiano Lo Mele (Perturbazione) assieme a Luigi Bonizio (chitarra e voce), Stefano Danusso (basso) e Walter Piatesi (batteria), da il via ad una trilogia sui “perduti imperdibili”. A Robert Johnson il diabolico, è dedicato tutto questo concept, musiche e testi. Il viaggio zoppo, Il seme nero, Emigranti..pezzi favolosi che scivolano come un vecchio vinile di raccolte blues.



Già uscita la seconda puntata dedicata ad Emilio Salgari (Salgariprivato).



Da citare assolutamente la descrizione che si trova sul sito dei Perturbazione: “E’ un disco blues, delta blues, totalmente acustico, no Roberto Ciotti o Eric Clapton (che loro sono bluesmen veri). Secondo loro è il disco italiano più bello dopo Creuza de Mâ’…anche solo perché è sempre bello sentirsi genii ed incompresi.”
Solo questo vale l'ascolto!



Totò Zingaro – Il fazzoletto di Robert Johnson
1-   Il fazzoletto di Robert Johnson
2-  Il viaggio zoppo
3 – Il grasso
4 – Villaggio globale
5 – Emigranti
6 – Legno di cedro ( l'amore approda su Marte)
7 – La cucina di Robert Johnson
8 – Il seme nero
9 – L'identità di un fiore
10 – Mia figlia di vento e di sale
11 – Lucifero
12 – La cattiva strada



ALBUM CONSIGLIATO: SI
Pro: la semplicità dell'ascolto
Contro: chi ancora crede che il blues non può essere cantato in italiano



LINK:
www.myspace.com/totozingaro
it-it.facebook.com/totozingaro
www.rockit.it/totozingarocontromungo
www.perturbazione.com/?p=1491

martedì 15 novembre 2011

LOVE YOURSELF FIRST - Non taggarmi nelle foto la mia vita non mi piace




L'incontro tra Michele Maraglino e Gianluca Di Vincenzo ha decisamente giovato al primo dei due. Il suo precedente EP “Vogliono solo che ti diverti”, già recensito qui, ha avuto quella virata piacevole che serviva. I testi si lavano della loro immediatezza, andando a scovare il crudo della nostra generazione. Riescono a descrivere la quotidiana irrequietudine che si cela in ognuno, ma che solamente nel silenzio prende forma.
Il basso profilo della registrazione rende magico l'ambiente durante l'ascolto, trasportando l'album dallo stereo alla vita personale.
Se devo trovare un accostamento, la prima figura che si avvicina a Love yourself first è Mezzafemmina. Sono uguali le atmosfere, il pessimismo, la realtà descritta.

“Non taggarmi nelle foto, la mia vita non mi piace” risulta quindi un disco piacevole ma che allo stesso tempo incuriosisce ed appassiona. Nella speranza che il rapporto musicale tra i due continui.


Love yourself first – NON TAGGARMI NELLE FOTO LA MIA VITA NON MI PIACE

1-   Il lato peggiore
2-  40 anni fa
3 – al supermercato
4 – un giorno strano
5 – giorni
6 – la verità
7 – continui a farti in 4
8 – nemmeno originale

Love Yourself First sono:
Michele Maraglino testi, musica, voce, chitarra e loop
Gianluca Di Vincenzo instruments e arrangements



ALBUM CONSIGLIATO: SI
Pro: il salto di qualità rispetto al precedente lavoro
Contro: forse l'eccesso di monotonia



Link


http://soundcloud.com/loveyourselfirst

lunedì 14 novembre 2011

LE CLUB NOIR - Le club noir




Il pop genuino ed italianissimo che esce dalle cuffie ascoltando il primo album dei “Le Club Noir”, mi sorprende. Tanto da controllare di aver aperto la cartella corretta.
Oltretutto, è difficile anche trovare parole adatte per descriverlo. Non serve scavare tra  terminologie post rock, shoegaze o assurde varianti metal. Sembra di accendere una banalissima MTV o una radio nazionale.
Ma partiamo dall'inizio. “Le club noir” vedono la luce nel 2007 per mano di Gianluca Veronal e Joe La Iena. Nel corso degli anni modellano la formazione, fino a trovare con Federico Toma e Lord Byron quella ideale. Nel 2010 entrano in studio per dare vita alla loro prima fatica, che regolarmente arriva. L'autobiografico titolo riprende una storia anch'essa tutta italiana.
Le Club Noir colgono per filo e per segno quello che sono gli insegnamenti dei grandi gruppi light-rock di casa nostra; penso ai Negrita o ai Velvet, i quali incollano testi di sicuro interesse nazionale a sound modaioli d'oltremanica.
Entrando nello specifico, “Le club noir” non può non piacere. perché trasmette le note classiche della musica leggera italiana. Sta esattamente tra Sanremo e TRL; quella fascia di pubblico che raccoglie dalla ragazzina delle superiori alla signora delle pulizie.
I testi arrancano tra l'amore, le tematiche adolescenziali e le frasi da Smemoranda (“perché quello che desideriamo lo vogliamo fin quando diventa nostro, poi ce ne dimentichiamo troppo spesso” da Non so far di meglio). Forse in un momento storico come questo lo si può vedere come un antidoto alla depressione, ma significherebbe avere una mente commerciale smisurata.
Gli arrangiamenti rimangono il pezzo forte dell'album. Assolutamente perfetti e degni di un album da hitlist. Per quanto riguarda il sound, trattengo delle riserve fino all'ascolto live, ma per il momento è una buona base pop/indie, non troppo rock e non troppo elettronica.


Le Club Noir

Gianluca Veronal                      voce e chitarra
Joe La Iena                             basso e cori
Lord Byron                             piano-tastiere + cori
Federico Toma                        batteria e cori

Le Club Noir
            1 – La croce nera
            2 – Stai con me stanotte
            3 – Storia d'amore
            4 – Quelli come noi
            5 – Chiudo gli occhi
            6 – Follia
            7 – Sulle mie labbra
            8 – Non so far di meglio
            9 – Il bel paese

ALBUM CONSIGLIATO :                SI
Pro:                                                     italici
Contro:                                               troppo spudoratamente commerciali. Potrebbero gareggiare                                                            con i Modà

LINK
it-it.facebook.com/pages/LE-CLUB-NOIR/135343893146979


PER CHI DARA’ UN OCCHIO AL LORO SITO:  Il Suprematismo è una corrente pittorica e di pensiero che fonde l'arte con la religione. L'opera diventa religione e l'artista, a sua volta, dio. Questo lavoro, con il suprematismo, non ha molto a che vedere.

martedì 8 novembre 2011

Giorgio Gaber - "La libertà"        ( 1972 - Dialogo tra un impegnato e un non so)


Pierangelo Bertoli - Eppure soffia         (1976 - Eppure soffia)

Paola Turci - Bambini                   (1989 - Paola Turci)

venerdì 4 novembre 2011

LEMMINGS - Teoria del piano zero




Vengono da Roma i Lemmings. Gruppo cresciuto a pane e new wave italiana. CSI, Ustmamò, Marlene Kuntz e chi più ne ha più ne metta. Questo è il sound che traspare dalle note di “La teoria del piano zero”.
Rispetto al loro primo, e fino ad ora unico, lavoro, i Lemmings crescono e sviluppano un concetto di musica che non si ferma all'ascolto superficiale. Esso vuole tenere l'ascoltatore attaccato ad ogni singola parola, approfondire i testi ed argomentare le tesi.
Ne esce un concept album che descrive l'attualità e la porta alla sua cruda realtà: lo zero.
Zero; parola questa che ricorre molte volte. Zero che non vuole essere un punto però di arrivo e di pessimismo ma un trampolino per un nuovo corso.
La speranza di questo la si può trovare proprio nell'ultima traccia, quella che da titolo all'album.
Il crescendo di rullo, il coro epico/popolare richiama alla luce la forza, a metà tra l'alpino in trincea e il “cavaliere”, chiaramente quello medievale, che torna dalla Terra Santa.
Gli altri pezzi stanno in equilibrio tra il cantautorato e il post rock.
La bellissima “Hiroshima” raccoglie gli stracci di De Andrè e Guccini mixandoli con il sound dei Marlene. Il risultato è semplicemente delizioso.
“Laura” ricorda nell'intro perfino i Led Zeppelin (forse troppo!!) mentre “Grune Linie”, singolo promo, è un potente inno che guarda al sottobosco musicale italiano anni 80.
Le altre tracce si mangiano con foga, perchè si ha voglia di conoscerne contenuti ed arrangiamenti.
“La teoria del piano zero” è un ottimo album ed è giusto che questo venga riconosciuto.
Voci, musiche, testi, sembra veramente che tutto abbia un filo logico perfetto. Intrecciato con cura meticolosa.

Della formazione ho trovato poche notizie e nella speranza che nulla sia cambiato vi elenco i nomi dei Lemmings:
Emiliano “Ra-B” Rubbi voce
Graziella “Luna” Gualano voce
Giuseppe “Foga” Coglitore batteria
Luca Amendola basso
Marco “Marcolettico” La Fratta chitarra e fisarmonica
Francesco “Frankie Boy” Fioravanti chitarra



ALBUM CONSIGLIATO: SI
Pro: il sound, i testi, le voci.
Contro: veramente difficile trovarne.