giovedì 13 ottobre 2011

OBAKE - Untitled


Eraldo Bernocchi e Massimo Pupillo comandano un esperimento musicale non insolito ma sicuramente ricco di fascino. Il dub elettronico del primo fuso al grindcore ed al doom.
Il risultato va ascoltato e compreso, il genere è di nicchia e la sfiducia si potrebbe palesare con molta facilità.
Le atmosfere cupe, ma lontano dall'essere funebri o spettrali, costruiscono e smantellano interessanti intrecci di est europa, di Maghreb e Scandinavia, per poi sfociare in ambienti al limite del post-rock strumentale in “Letters to ghost” e dello sludge in “Szécheny”.
Obake è un progetto vincente, che sa conquistare anche i non amanti dei generi. E ci tengo a sottolineare dei generi.
Balasz Pandi (Mezbow) e Lorenzo Esposito Fornasari (Transgender) completano la line up.


OBAKE - Untitled
  1. Human Genome Project
  2. Dog star ritual
  3. The End of it all
  4. Szécheny
  5. Letter to Ghosts
  6. Ponerology
  7. The Omega Point
  8. Destruction of the tower
  9. Endocrinal Pineal Gland
  10. Grandmother Spider

ALBUM CONSIGLIATO: SI

PRO: le ottime basi di partenza ed il saper rendere ascoltabile dei generi non amabili

CONTRO: la diffidenza verso il mondo metal

martedì 11 ottobre 2011

J.AX - MEGLIO PRIMA (?)



Di lui si conosce tutto o quasi. Da quando rappava per quelle “Strade di città” accompagnato da Dj Jad e tutta la Spaghetti Funk, a quando ha deciso di liberarsi da quel marchio diventato troppo grande e gettarsi di pancia in un'avventura che avrebbe potuto schiacciarlo anche dopo il primo singolo. Eppure da 5 anni J.Ax rimane sulla cresta, ha attraversato generi diversi, accostandoli ed amalgamandoli al suo rap, al suo modo originale di saper far musica.

Le rime, gli scioglilingua nei quali eccelle: politica, protesta ed antiproibizionismo, sana denuncia sociale che trova il parere concorde di tutti perché sa partire dal basso.
E' dal basso che è lui partito e questo si sente in tutte le sue canzoni. Non c'è album, né pezzo, né rima dove fuoriesce il suo ruolo di capofila, di maestro, di arrivato.

E' stato e continua ad essere coraggioso. Aveva un lavoro tranquillo a tempo indeterminato con gli Articolo 31. Bastava ripetere quello già scritto, già detto ed il pubblico sarebbe rimasto fedele, magari con qualche capello in meno, ma fedele.
Invece ha virato, ha rischiato.
Dal 2006, anno “Di sana pianta” non ha mai smesso di sperimentare. Ed è infatti la musica anche in questo nuovo lavoro la componente principale. Elettronica che compare a tratti, ska, rock melodico e punk pop, tutti fusi assieme in un lavoro piacevole e di sicuro largo consumo.
Anche se c'è da dire che il tiro effettivamente si è un po affievolito. Il suo primo lavoro è stato una pietra miliare, un concentrato di rabbia. “Rap and roll” e “Decadance” furono di gran lunga inferiori.
“Meglio prima” diciamo che supera lo standard degli ultimi 2 album e forse ha trovato giovamento nella co-operazione con Neffa nel loro “Due di picche”.

I testi sono sempre precisi ed impeccabili, nessuna rima spaiata, nessun verbo mancante o problemi di metrica.
Sono i contenuti, forse, ad impantanarsi in discorsi e concetti già sentiti, o per lo meno che già ti aspetti da un J.Ax.
Il ruolo di eterno adolescente, che sa di essere cresciuto ma che non riesce a staccarsi dal passato. L'indignato davanti ad una televisione onnipresente nei sui racconti. Il “grande” che racconta storie ai più piccoli di come si usa ma non si abusa, ma bacchetta i coetanei colpevoli di non aver fatto quel che ha fatto lui.
Il rischio è quello di non ascoltare quello che realmente lui ha da dire, limitandosi solo a sorridere sul revival anni 90 ed a scuotere la testa in segno di approvazione quando si incanala in invettive governative.

Alla fine però il lavoro è buono e l'album scorre allegramente. Le musiche sono costruite con saggia cura, il canto ed il suo rap si riconfermano immortali.

ALBUM CONSIGLIATO SI
PRO è J.Ax e per chi lo conosce, solo questo è un valore aggiunto
CONTRO purtroppo è J.Ax, per chi lo considera servo del commerciale