Mezzafemmina è uno di quei cantautori che quando li
ascolti la prima volta ti stancano.
Ma non è uno stancare inutile perché le parole e le musiche
che hai ascoltato solo per un distratto attimo ti rimangono dentro. Tornano sui
loro passi fino a convincerti ad ascoltarle ancora.
Sono pochi ad avere questo potere; non avere bisogno di una
musica canticchiabile per rimanere impressi. Tricarico è uno di questi artisti
ed infatti si sente molto di lui in questo album.
“Storia a bassa audience” è il primo lavoro di Mezzafemmina,
Gianluca Conte all'anagrafe, questo cantautore torinese che canta storie di
un'Italia varia, vissuta tra Torino e il suo nuovo Rinascimento e il meridione
col suo eterno Modus Vivendi.
Le storie italiane di Mezzafemmina trafiggono il borghese
e l'operaio, l'adolescente ed il pensionato. L'analisi che viene fatta è
tragica ed è riassunta in “Insanity show”, traccia molto triste che
senza pietà snocciola il problema di fondo in cui tutti viviamo: “nessuno
guarda chi sei”.
“Insanity show” è la terza traccia dell'album. Quello
che viene raccontato prima è il totale disorientamento di tutte le persone di
fronte al mondo, del lavoro e del vissuto.
Se “Articolo 1” è una disperata richiesta di aiuto (e
non solo da parte del mondo del lavoro e della sua insicurezza), “Le prigioni del 2000” riesce a far
riflettere.
Si basa su un testo veloce e ricco di immagini, ma condite
di una delusione per quello che “sarebbe dovuto essere”, o meglio “ci avevo
detto che sarebbe dovuto essere” e che poi chiaramente non è stato.
Vale la pena riportarne un pezzo che dice: “Domani sarà un
altro giorno e sarà sempre tutto uguale, con le stesse cazzo di persone che più
che persone son figure arrivate fino a qui per non a vere null'altro da fare”
ed anche “Sono sicuro di meritare di più. Un luogo che mi possa appartenere”
Le vette d'intensità raggiunte con i primi 3 pezzi si
perdono man mano che scorrono i brani, le storie si rincorrono tra musiche
prettamente cantautorali e ballate pugliesi, tra testi più o meno impegnati, ma
mai vuoti.
Alla fine ne esce un lavoro piacevole musicalmente e
soprattutto molto curato nei particolari in fase di registrazione. Ma ciò che
rimane è la penna di Mezzafemmina, che sa colpire nel segno di chi
ascolta. Facendo pensare ma senza risultare ne piagnucoloso ne satirico.
Anche qui, aspettiamo il prossimo lavoro. Vediamo se la
maturità gioverà a questo promettentissimo cantautore.
MEZZAFEMMINA – STORIA
A BASSA AUDIENCE
1)
Articolo 1
2)
Le prigioni del 2000
3)
Insanity show
4)
I pinguini si comprano il cappotto
5)
Giochi da grandi
6)
Iside
7)
Brace
8)
Sorrisi e balle varie
ALBUM CONSIGLIATO: SI
PRO: i
testi in primo piano, tristi e cinici ma mai troppo.
CONTRO: il
low-profile durante il primo ascolto, che non a tutti fa venir voglia di dare fiducia.
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